Prima pubblicazione:23/4/2013
Qualche considerazione ( en Passant )
Un vero leader politico e’ tutt’altra cosa, dal semplice “bossetto” di turno. Oggi purtroppo molti ingannano chi li vota e anche se stessi, pensando che basta barcamenarsi in qualche modo per tre, quattro lustri per i corridoi della politica e si acquista di diritto, per rendita di posizione, la leadership. Al massimo possono essere considerati dei “ leader-cheap”. Il leader, non mette al primo posto, nelle sue decisioni e nei comportamenti, la propria persona, aspirazioni e ambizioni dell’Ego (questo lo puoi fare in una dittatura). Bisogna essere coscienti che si sta’ mettendo la propria persona al servizio del bene comune, si sta’ svolgendo una funzione, si incarna una carica dello Stato. Gli ideali di attaccamento e rispetto supremo della Patria sono fondamentali. Ogni comportamento, ogni decisione sono sempre rivolti a servire il proprio Paese e scegliere in qualsiasi situazione il bene primario dello Stato e dei suoi cittadini. Non si puo’ concepire, in un leader, lo scontro personale con chi non condivide lo stesso “colore politico”, l’obiettivo del bene comune e della Nazione va’ aldila’ dei meri interessi di partito che si possono trovare, in certe circostanze, in contrasto con quelli dello Stato. Scendere a patti, trovare quei punti di incontro chiari e alla luce del sole, per il bene del Paese, con l’avversario politico e’ l’essenza della democrazia. Altro e’ imporre le proprie posizioni ideologiche, l’ideologia e’ una faccenda personale che orienta i pensieri e le idée, ma non deve essere portata come bandiera per cercare a tutti i costi lo scontro, non sarebbe in tal caso compatibile con un sistema democratico. Non e’ accettabile un comportamento che pensa di imporre invece che dialogare ed arrivare a decisioni di equilibrio condiviso.Chi impone si illude di ottenere un qualche risultato in democrazia. Allora e’ pronto, attraverso compromessi sottobanco, barattando concessioni illegittime, acconsentendo a ricatti, a qualsiasi acrobazia pur di arrivare a realizzare i suoi piani.Veniamo al comportamento del PDL in questa travagliata fase post elezioni. L’unica proposta che ha fatto e’ stata quella di rendersi disponibile per un governo di emergenza, giustamente. Ma questo si doveva fare immediatamente dopo il risultato elettorale. Ogni cosa ha il suo tempo. Non si puo’ pensare che le decisioni debbano essere prese per sfinimento, dopo che si e’ sbattuto la testa in ogni direzione senza ottenere nessun risultato. Poi, non ha proposto nessuna azione concreta a fronte delle farneticazioni del PD. E’ stato a rimorchio, lasciando passare molto, troppo tempo. La gravita’ del momento imponeva posizioni propositive drastiche di fronte alla cocciutaggine del PD. Provate solo per un istante cosa sarebbe accaduto, nelle piazza Italiane,se al posto di Bersani col PD ci fosse stato Berlusconi col PDL? E intanto il Paese muore. La medicina al malato va’ data al momento giusto, passato il tempo, poi e’ troppo tardi, qualsiasi cosa si sia disposti a fare. Da quando si e’ votato ad oggi sono fallite tante aziende che forse non torneranno piu’ a produrre e creare occupazione. Da quando si e’ votato ad oggi si sono suicidati molti imprenditori e persone disoccupate che non torneranno mai piu’ alla vita. Allora qui c’e’ bisogno di dire basta. Diventa estremamente difficile capire e non rimanere sgomenti nell’assistere a questa commedia che puntualmente, nei momenti importanti dove si devono prendere decisioni e fare scelte per il bene dell’ Italia, questa Sinistra va’ in crisi, si divide, esplode, e fa’ i suoi congressi. E’ il loro momento di massiomo godimento, qui si realizzano e come se niente fosse successo cambiano nome e ritornano con grandi sorrisi a riproporsi, rigenerati, al Paese. Questo e’ il loro rituale, il teatrino, bagno di democrazia. I problemi restano pero’ fuori dal loro teatro e sono tragicamente vissuti dal popolo che non si vede ascoltato e rispettato.La politica non fa’ le riforme necessarie alle trasformazioni che avanzano spontanee nel Paese, dovrebbe anticipare e guidare le trasformazioni, invese insegue passivamente il succedersi degli eventi. Non decide e indirizza, ma ostacola e si autocelebra.E’ veramente triste, perche’ e’ sulla pelle delle persone che si gioca. Gli eventi hanno dato la conferma di quello che si sospettava a proposito del PD. l’Italia e gli Italiani per due mesi si sono illusi che un governo si sarebbe fatto velocemente, che questa era la prima preoccupazione dei “vincitori” delle elezioni e sono stati traditi. Sperare nell’impegno del PD di lavorare per dare un governo al piu’ presto non coincideva con la certezza dell’impegno di Bersani di lavorare per non dare nessun governo. La vasca si e’ rivelata piena di squali e alla fine, mano a mano che l’acqua cominciava ad asciugarsi si sono sbranati a vicenda. Alla resa dei conti gli uni scaricano colpe sugli altri. Ed ancora una volta degli Italiani onesti hanno pagato il prezzo piu’ alto quando hanno perso la speramza.
Le Gerfaut.